Cominciò a scribacchiare nella Berlino degli anni '20. Se la diede a gambe con l'ascesa di Hitler (Billy Wilder era ebreo) ed esordì a Parigi come regista. Tampinò il suo maestro Ernst Lubitsch a Hollywood nel 1933 e nel 1939 ebbe un lusinghiero successo come sceneggiatore di screwball comedy grazie ad un filmetto di nome Ninotchka. Con La fiamma del peccato (Double Indemnity, 1944 che scrisse a 4 mani con un frastornato Raymond Chandler), l'oscar per Giorni perduti (The Lost Weekend, miglior sceneggiatura) e il capolavoro Viale del tramonto (Sunset Boulevard, 1950) si affermò definitivamente come figura di spicco della Hollywood classica che conta.
La crema del suo deliziosa filmografia è nelle commedie degli anni 50: Sabrina (1954), Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch, 1955), A qualcuno piace caldo (Some Like It Hot, 1959) e L'appartamento (The Apartment, 1960). Solo per citare i più popolari.
Diresse 14 attori diversi in altrettante performance nominate agli oscar. Ebbe un oscar alla carriera nel 1988. Retrospettivamente bisogna riconoscere all'astuto nonnetto soprattutto il grande merito di aver allargato le maglie della censura americana con le sue sagaci commedie piene di materiale e battutine inaccettabili fino a poco prima.
Pensando alla faccia di Joe E. Brown dopo la rivelazione di Jack Lemmon |
Da non perdere il documentario-intervista al Wilder (all'epoca simpatico nonnetto del cinema) che ci racconta con la sua solita arguzia l'epoca d'oro del cinema americano... "Billy, ma come hai fatto?" di Volker Schlöndorff.
Qualche altro motivo a caso per amare Billy Wilder
http://damianarlyn.blogspot.com/2007_02_01_archive.html
Nessun commento:
Posta un commento